di Mario Seminerio
Come è possibile avere contemporaneamente alla Casa Bianca un uomo che passa il tempo lanciando virulenti proclami protezionistici e mercati finanziari di tutto il mondo che crescono come se fossimo entrati in una nuova era di libero scambio e globalizzazione rampante, con la ciliegina sulla torta della “soglia 20.000” dell’indice Dow Jones? È quello che molti osservatori ed investitori si chiedono, dopo i rialzi successivi all’elezione di Donald Trump, lo scorso 9 novembre.
A ogni record si moltiplicano, come usa in questi casi, i consigli alla prudenza. E possibile che i mercati abbiano deciso che Trump non sarà realmente protezionista e che la sua affaristica propensione agli accordi bilaterali potrebbe risolversi in una spinta al commercio internazionale per altre vie.
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