Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

mercoledì 26 aprile 2017

Quattro riforme necessarie per far funzionare l'Ue

Le 4 riforme necessarie per far funzionare l'UE dal punto di vista tedesco: meno welfare per gli immigrati, uscita temporanea dall'Euro, default sul debito pubblico e rimborso annuale dei saldi Target da farsi con l'oro.

di Hans Werner Sinn

Se vogliamo che l'UE sopravviva, dobbiamo fare le riforme necessarie. Soprattutto per l'euro abbiamo bisogno di nuove regole. Chi non le rispetta, in caso di dubbio, dovrà uscire. Anche il fallimento degli stati non deve essere più un tabù.

Nessun dubbio: il Trattato di Roma firmato il 25 marzo 1957 ha garantito all'Europa decenni di pace e prosperità. La politica in seguito si è fatta arrogante: con il Trattato di Maastricht (1992) e il Trattato di Lisbona (2007), più concretamente con l'Euro, con le regole per la libera circolazione e l'integrazione sociale, con i sistemi di redistribuzione e la garanzia comune sui debiti e con i rischi connessi di un abuso. È emerso uno squilibrio che può distruggere l'UE. L'uscita dall'UE dei britannici e la de-industrializzazione del sud-Europa sono le conseguenze tangibili di questa avventatezza. Per stabilizzare l'unione è necessaria una modifica urgente dei trattati. Si tratta prima di tutto di fare 4 riforme chiave.


Primo: impedire l'immigrazione nei sistemi sociali
Libertà di movimento, stato sociale e inclusione dei migranti nel welfare formano un trilemma indissolubile. Lo stato sociale ha un effetto magnetico, in grado di distruggerlo, se la politica non limita la libertà di movimento delle persone oppure i diritti di inclusione. E questo sarebbe il male minore. Sarebbe quindi ragionevole distinguere fra le prestazioni sociali acquisite, che devono essere erogate dai paesi ospitanti, e le prestazioni sociali ereditate, per le quali sono responsabili i relativi paesi di origine UE. Fra le prestazioni acquisite ci sarebbero le indennità di disoccupazione e l'erogazione di una pensione. Le prestazioni sociali finanziate con il denaro dei contribuenti, come ad esempio le indennità sociali, l'assistenza sociale oppure gli assegni familiari, sarebbero al contrario prestazioni ereditate. Questa separazione impedirebbe la fuga dei migranti verso i paesi con un sistema assistenziale più sviluppato, garantirebbe l'assistenza dei più bisognosi e manterrebbe la libertà di movimento delle persone.


Secondo: permettere un'uscita temporanea dall'euro
Alcuni paesi dell'unione monetaria hanno chiaramente dei problemi con l'euro, proprio perché non possono più svalutare. Ormai sono afflitti da anni da una disoccupazione di massa e dalla crisi cronica delle loro industrie. A questi paesi dovrebbe essere consentita la possibilità di uscire in maniera ordinata dall'euro con annessa svalutazione - collegata al diritto, dopo un adeguato risanamento dell'economia, di rientrare nell'unione monetaria.

Terzo: creare un quadro normativo per la gestione dei default pubblici
Gli acquirenti dei titoli di stato non devono poter fare affidamento sul fatto che in caso di crisi saranno i contribuenti degli altri paesi a dover intervenire. Si tratta fondamentalmente di una implicazione naturale della clausola di No-Bail-Out prevista dai trattati europei, clausola che esclude la garanzia pubblica degli altri stati per la cattiva gestione delle finanze in un altro paese. Con un tale quadro normativo gli investitori avrebbero concesso molto meno credito ai paesi oggi in crisi. I loro tassi di interesse sarebbero stati molto più alti, e le bolle creditizie e inflattive, che dopo la loro esplosione nel 2008 hanno lasciato dietro di sé delle economie inflazionate e non competitive, non ci sarebbero mai state. Il secondo e il terzo punto sono fra loro collegati, nella misura in cui il fallimento degli stati richiede necessariamente un'uscita dall'Euro per poter recuperare la competitività perduta con la svalutazione.

Quarto: rimborsare i saldi Target annualmente
I saldi Target all'interno dell'Eurosistema continuano a crescere. I crediti della sola Bundesbank, accreditati agli altri paesi europei senza alcuna garanzia, ammontano a circa 814 miliardi di Euro netti. Vale a dire circa la metà della posizione patrimoniale netta tedesca sull'estero. I saldi Target hanno finanziato e finanziano i precedenti e gli attuali deficit delle partite correnti dei diversi paesi europei. Hanno trasformato la Germania nel "negozio della cuccagna", un negozio dove si può tranquillamente comprare e segnare tutto sul conto, senza dover mai pagare la fattura al proprietario. Attualmente i paesi debitori hanno addirittura imposto che il tasso di interesse sui saldi Target sia pari a zero. I tedeschi non sono ancora insorti contro questo stato di cose perché ancora non hanno percepito la perdita in conto capitale; e questo accadrà solo quando vorranno tornare in possesso del loro denaro.

Si tratta di una bomba a orologeria che deve essere disinnescata al più presto. Il sistema dei trasferimenti sovietico, fondato sul Rublo, a suo tempo è crollato proprio per questa ragione: mancava un meccanismo per il rimborso e un limite ai trasferimenti. Per riformare l'Eurosistema ci si dovrebbe ispirare al funzionamento dei 12 distretti della Fed americana e creare un meccanismo che preveda un rimborso annuale dei saldi Target. Questa compensazione potrebbe essere fatta ad esempio con l'oro - come accadeva fino al 1975 negli Stati Uniti.

Hans Werner Sinn per Voci dalla Germania