Anno IX - Numero 9
Ci sono due modi di essere imparziali: quello dello studioso e quello del giudice.
Marc Bloch

martedì 26 settembre 2017

Alternanza scuola-lavoro: lavaggio del cervello in tema di previdenza

Centinaia di ore sottratte alle lezioni per avvicinare, negli intenti dichiarati, al mondo del lavoro con alcune forzature quasi folkloristiche: come quella degli studenti usati come manodopera gratuita allo stand del PD alla Festa dell’Unità di Genova

di Beppe Scienza

La Peggior Scuola è la denominazione corretta della tanto sbandierata Buona Scuola renziana. Basta vedere la strampalata Alternanza Scuola-Lavoro. Il colmo sono però le ricadute a danno dei risparmiatori, che uno penserebbe del tutto estranei alle storture scolastiche. Non è così, perché in Italia l’industria parassitaria del risparmio gestito ne pensa una più del diavolo.

L’ultima è il recente protocollo d’intesa fra il Forum Ania-Consumatori e il Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione (Sna) per l’incipiente anno scolastico 2017-2018. Studenti dell’ultimo triennio delle medie superiori passeranno non poche ore in agenzie d’assicurazione. Molte scuole sono in difficoltà per raggiungere la caterva di ore richieste dall’Alternanza Scuola-Lavoro e quindi tutto fa brodo.

Come si svolgeranno tali stage? Leggendo le finalità pubblicizzate, come non essere d’accordo sulla "educazione in materia assicurativa per un mercato più evoluto e consapevole"sul "facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro"? In realtà è in atto semmai una contrazione dei posti proprio nel settore delle agenzia d’assicurazione, ma non è questo il punto.

Sapendo però come funziona l’Italia, c’è d’aspettarsi per cominciare un lavaggio del cervello in tema di previdenza. Non dimentichiamo lo studente di Torino del liceo classico Massimo d’Azeglio che lamentava che con l’alternanza scuola-lavoro al sedicente Museo del Risparmio si era sentito appunto decantare la previdenza integrativa.

Essa permette infatti di rifilare gli unici prodotti con cui i clienti hanno solo da perdere e gli assicuratori solo da guadagnare. Si tratta di formule in spregio del principio basilare del negozio assicurativo, che a volte la compagnia ci rimetta, come per esempio quando brucia il capannone assicurato contro l’incendio.

Ma c’è anche da aspettarsi che gli agenti di assicurazione spieghino allo studente in agenzia che, se i genitori gli vogliono bene, devono subito intestargli un piano individuale previdenziale. E se vogliono bene a sé stessi, devono sottoscriverne altri due loro medesimi. Tre piccioni con una fava.