Anno IX - Numero 10
Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci.
Eleanor Roosevelt

martedì 5 dicembre 2017

I bambini “vendono”, nelle pubblicità o nei comizi. Il loro futuro, però, interessa poco

Il 30 dicembre di vent’anni fa moriva Danilo Dolci. Sociologo, educatore e attivista. “Ciascuno cresce solo se sognato”, scrisse. Un’idea di futuro che oggi -in un Paese dove 1,3 milioni di minori sono in povertà assoluta- è negata

di Pietro Raitano

I bambini funzionano sempre. Usali nelle pubblicità e aumentano le vendite. Mettili nei film e nei libri e la storia si fa più coinvolgente. Citali nei comizi e diventi più convincente. Falli apparire in tv e aumenti l’audience. Che siano teneri, o furbi, poco importa: i bambini vendono. Possono essere eroi o vittime: avranno sempre la nostra attenzione, la nostra compassione.

Ci siamo commossi per il bambino affogato a inizio novembre nel naufragio del barcone sul quale viaggiava con la famiglia, causato dello sconsiderato comportamento della Guardia costiera libica. Non sappiamo il suo nome, ma ci sono tornati alla mente tanti bambini che nel Mediterraneo hanno perso la vita. Ed erano poco più che bambine la maggior parte delle 26 ragazze arrivate morte al molo “3 gennaio” di Salerno, sempre a inizio novembre. “Una tragedia dell’umanità” l’ha giustamente definita il prefetto della città. Non conosciamo i loro nomi, ma sulla stessa imbarcazione viaggiavano 375 persone, tra cui nove donne incinte. A metà del mese un bambino di 5 anni della Sierra Leone è stato trovato solo, in stato di ipotermia, su un treno merci al Brennero. Solo giorni dopo è stata ritrovata la sua famiglia. Di lui sappiamo il nome: Anthony.

A Natale festeggiamo la nascita di un bambino. Un profugo, tra l’altro. Quando crescono i bambini però non vendono più.

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