Anno IX - Numero 9
Ci sono due modi di essere imparziali: quello dello studioso e quello del giudice.
Marc Bloch

martedì 6 febbraio 2018

L’avocado che lascia senz’acqua migliaia di cileni

Un’inchiesta del centro di investigazione Ciper rivela che negli ultimi sei anni lo stato cileno ha speso 92 miliardi di pesos (circa 122 milioni di euro) per comprare camion per trasportare acqua alla popolazione di cinque regioni, tra cui Valparaíso. In particolare, nella provincia di Petorca ci sono stati fornitori che si sono aggiudicati contratti con il governo regionale per più di un miliardo di pesos ognuno

di Alice Facchini

A Cabildo, nel cuore della provincia cilena di Petorca, Veronica Vilches annaffia con acqua insaponata alcuni alberi di limone che ha piantato davanti a casa. Attivista, minacciata per le sue battaglie, Vilches non può permettersi di usare la poca acqua pulita che ha, così apre la cisterna dove finisce lo scarico del lavandino e della doccia, riempie un secchio e lo svuota alla base delle piante, creando grandi bolle che alla fine scoppiano in una pozzanghera color arcobaleno.

“Sono anni che le piantagioni di avocado si impossessano dell’acqua che dovrebbe essere di tutti”, dice rassegnata. “E ora i fiumi si sono prosciugati, così come le falde acquifere. La gente si ammala per colpa della siccità: ci ritroviamo a dover scegliere tra cucinare o lavarci, fare i nostri bisogni in latrine o dentro sacchetti di plastica e bere acqua contaminata, mentre i grandi imprenditori agricoli guadagnano sempre di più”.

A tre ore di autobus a nord di Santiago del Cile ci si ritrova completamente immersi nelle piantagioni di avocado, quasi tutte della varietà Hass. La provincia di Petorca è un’immensa distesa di alberi che dalla valle si arrampicano sulle pendici circostanti, facendo brillare di un verde acceso quella che altrimenti sarebbe un’aspra montagna terrosa. Il color smeraldo contrasta con il grigio polvere della terra secca dove un tempo scorreva un fiume che oggi non esiste più.

“Qui ci sono più avocado che persone, solo che alla gente manca l’acqua, mentre all’avocado non manca mai”, si lamenta Veronica mentre continua ad annaffiare i suoi alberi. Per produrre un solo chilo di avocado servono circa duemila litri d’acqua. Quattro volte in più rispetto alla quantità necessaria per un chilo di arance, secondo il Water footprint network; e addirittura dieci volte in più rispetto a quella che serve per un chilo di pomodori.

“Questa è una zona molto arida, dove praticamente non piove mai, così per ogni ettaro coltivato servono circa centomila litri d’acqua al giorno, una quantità che corrisponde al fabbisogno giornaliero di mille persone”, afferma Rodrigo Mundaca, agronomo e attivista di Modatima, organizzazione nata nel 2011 in difesa dei residenti e dei piccoli produttori della zona.

Dal Cile all’Italia
Per quanto Petorca ci possa sembrare lontana, quello che succede lì ci riguarda. La quantità di avocado cileno che arriva in Europa è in continuo aumento: dal 2015 al 2016 si è passati da 62mila tonnellate a 91mila (dati Eurostat). Il 61 per cento viene proprio dalla regione di Valparaíso, dove si trova Petorca.

In Italia si registra un incremento continuo delle importazioni, con una crescita del 28 per cento rispetto all’anno scorso: l’avocado più venduto è quello con la buccia verde, ma oggi sta aumentando anche la richiesta del tipo Hass a buccia nera, quello che arriva appunto dal Cile.

“In Italia siamo ignoranti in materia”, spiega Giorgio Mancuso, distributore di frutta esotica ed esperto del commercio di avocado. “Preferiamo le qualità a buccia verde solo perché sono più grandi e più gradevoli alla vista, ma meno gustose, mentre siamo abituati ad associare la buccia nera e rugosa tipica dell’Hass a un prodotto andato a male. Le cose però stanno cambiando”.

La maggior parte dell’avocado cileno venduto in Italia passa per la Spagna o per i Paesi Bassi: gli esportatori cileni parlano quindi con gli importatori spagnoli o olandesi, che a loro volta vendono ai grandi importatori italiani di frutta esotica. Questi ultimi trattano direttamente con i supermercati o, nel caso della piccola distribuzione, con grossisti che poi portano gli avocado nei mercati ortofrutticoli, dove li vendono ai commercianti al dettaglio.

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