Anno IX - Numero 12
La guerra non è mai un atto isolato.
Carl von Clausewitz

martedì 20 dicembre 2016

Ma le banche italiane non erano solidissime?

Dopo un lungo periodo di omertà sullo stato di salute delle banche italiane, il Governo appronta un piano di salvataggio di 20 miliardi per salvare le banche in difficoltà. Un intervento equiparabile a una robusta manovra finanziaria

di Paolo Cardenà

Come chiarito ieri dal ministro Padoan durante la conferenza stampa, il pacchetto di 20 miliardi ha carattere precauzionale (si vabbè.... ovvio che non possono dire che è assolutamente necessario) e più precisamente:
  • È costituito da una linea di garanzia sulla liquidità a favore delle banche (intervento già autorizzato dalla Ue lo scorso luglio. Lo abbiamo detto qui);
  • È costituito da una linea di capitali che verranno utilizzati per la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà, a partire da Mps, ma il perimetro di azione potrebbe essere esteso anche alle altre banche: Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Carige e le quattro banche risolte a novembre 2015(Carichieti, Cariferrara, Banca Marche, e Banca Etruria);
  • Il pacchetto potrebbe essere accompagnato da forme di indennizzo per i piccoli investitori che hanno acquistato, a suo tempo, titoli senza il loro profilo di rischio fosse adeguato.Quest'ultimo aspetto (ossia il ristoro per alcune categorie di obbligazionisti azzerati), unitamente alle parole utilizzate dal Ministro Padoan durante la conferenza stampa (il ministro ha detto che l'eventuale intervento dello Stato avverrà nel rispetto delle regole europee), lascia supporre che si dovrebbe procedere con il burden sharing (nel caso di banche solvibili) che prevede comunque il contributo di azionisti e obbligazionisti, prima dell'intervento dello Stato, senza che questo determini la violazione delle regole sugli aiuti pubblici. Se tutto filasse liscio, l'intervento dello Stato sarebbe limitato a 200 milioni di euro. Ma come sapete, le sorti di tutto il salvataggio di Monte Paschi ( e quindi anche l'intervento statale) ruota intorno ai 40.000 obbligazionisti che dovrebbero convertire, su base volontaria, i propri titoli. 

Come riferisce La Stampa, sembrerebbe che la soluzione privata non stia decollando e che il fondo del Qatar (originariamente interessato all'aumento) abbia rinunciato definitivamente all'operazione:
Tra oggi e domani un cda di Mps registrerà i risultati della conversione, che termina mercoledì alle 14 ma a ieri aveva raccolto appena 150 milioni di euro su un’attesa di 1,5 miliardi. Risultati non incoraggianti sono arrivati anche dalla sottoscrizione dell’aumento di capitale partito ieri, con nessun grande investitori che ha fornito impegni vincolanti. La raccolta degli ordini per l’aumento si chiuderà mercoledì, ma ieri sera nessuno dei soggetti coinvolti aveva più grande ottimismo.

Nel frattempo:
Quaestio, in pista per conto del fondo Atlante per la parte che riguarda le sofferenze della banca da cartolarizzare di rischio medio (le junior mezzanine) per 1,526 miliardi di euro, ha espresso a Mps "forti perplessità" sul termsheet dei senior bridge loan (il prestito ponte sui crediti garantiti). Ad annunciarlo è stato lo stesso istituto senese, precisando che sono in corso approfondimenti per individuare eventuali soluzioni alternative. Se non si potesse addivenire a un positivo componimento di quanto indicato da Quaestio, "l'operazione non potrebbe concludersi in conformità ai termini ed alle condizioni dell'autorizzazione ricevuta dalla Banca Centrale Europea che prevede obbligatoriamente la conclusione dell'operazione entro il 31 dicembre 2016". L'a.d di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, sulla questione delle sofferenze di Mps, ha spiegato che Atlante prenderà una decisione tra oggi e domani e che Intesa "è favorevole perché venga perfezionata l'operazione".

Paolo Cardenà per Vincitori e vinti