Anno IX - Numero 9
Ci sono due modi di essere imparziali: quello dello studioso e quello del giudice.
Marc Bloch

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Tutti i pensieri di Gianfranco Modolo*


13 febbraio
«Se guardiamo al futuro dell'Europa, dobbiamo pensare all'integrazione delle capacità difensive, intese come industrie degli armamenti, con quelle dell'Ucraina. Per questo motivo abbiamo tenuto conto di tale integrazione nell'elaborare i nostri progetti per il futuro». A dirlo, non è né qualche destrorso revanchista che ancora pensa di sconfiggere Mosca sul campo né un generale che ritiene inevitabile una guerra europea e nemmeno un personaggio politico che punta alla presidenza della Nato: è Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.
È chiaro quanto le stiano a cuore il benessere e la pace dei propri cittadini.

30 gennaio
Nei giorni scorsi, dal quartiere generale della Nato hanno detto che «All'orizzonte non si vedono pericoli per i nostri alleati». Che significano, allora, i piani di guerra del governo tedesco pubblicati da Bild? E i timori delle nazioni baltiche che ospitano truppe di altri paesi dell'Organizzazione? E i contatti tra Polonia e Ucraina, comprese le ipotesi di arrivo dei russi a Varsavia una volta sconfitta l'Ucraina?
Parole, parole, parole... cantava Mina. Meglio così

23 gennaio
A Davos, Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan e banchiere più potente del mondo, ha lodato apertamente Donald Trump sostenendo che ha grande fiuto politico e non tutto ciò che dice è sbagliato, aggiungendo che i democratici devono prestare molta attenzione. Nonostante il banchiere, prudentemente, non riveli quali sarebbero a suo giudizio i punti di forza di Trump, questo appoggio alla vigilia delle elezioni pesa molto nel sistema politico americano. Approccio differente, invece, quello del colonnello Douglas Macgregor, noto commentatori di eventi militari, secondo il quale Trump sarebbe contrario alla guerra e in questo senso interpreti il sentimento pacifista di fondo del popolo americano, non certo di una parte della sua élite. Per sostenere questa tesi, Macgregor cita l’episodio dell’abbattimento da parte dell’Iran di un drone Usa nel golfo arabico nel giugno del 2010; Neocons, filoisraeliani e lobby militari esultarono per l'evento e richiesero a gran voce una ritorsione contro l'Iran.
Fu Trump, racconta Macgregor, a chiedere ai consiglieri militari quanti morti (iraniani, n.d.r.) avrebbe provocato un’eventuale ritorsione e di fronte alla risposta - «Almeno 400» - disse di no, nonostante le principali reti televisive e i media avessero preso d'assalto la Casa Bianca, pronti a seguire in diretta l'avvio della guerra all'Iran.

16 gennaio
Osservando i dati 2022, gli ultimi comparabili, della spesa per la Sanità (pubblica e privata) in Italia, si nota come questa non abbia superato i 170 miliardi di euro. Sono tanti o pochi per un paese di 60 milioni di abitanti?
Sul tema, l'economista Jeffrey Sachs riporta che, nello stesso anno, la spesa per la Sanità negli Stati Uniti è stata di 4.500 miliardi di dollari per 350 milioni di americani; la Germania ha speso 470 miliardi di euro per i suoi 82,5 milioni di cittadini e la Francia 310 miliardi per 65 milioni di abitanti. In sostanza, sembra che siamo tra i paesi occidentali più oculati per quanto riguarda le spese per la salute.
In compenso, l'Italia si colloca tra i primi dieci paesi del mondo come aspettativa di vita, che si aggira intorno agli 83 anni secondo l'Oms, davanti alla Francia, undicesima; ben più lontane Germania (ventesima a 81,7 anni) e Stati Uniti, al 40esimo posto con 78,4 anni. Sarà per questo fenomeno tipicamente italiano (pochi investimenti in relazione al risultato) che i nostri governanti tagliano le risorse? Finché lo Stellone d'Italia ci proteggerà…

9 gennaio
Il Financial Times riporta l’imminente scoppio del caso dei fondi russi, depositati presso le banche occidentali e congelati dopo l'invasione dell'Ucraina per effetto delle sanzioni economiche decise dall'Occidente. Si tratta di 260 miliardi di dollari, 191 dei quali detenuti da un consorzio finanziario europeo, 19 da banche francesi, circa 5 da banche americane e il resto da banche di tutto il mondo.
Bruxelles vorrebbe che questi fondi venissero consegnati all'Ucraina a titolo di risarcimento danni, la Banca Centrale europea non è d'accordo anche perché le autorità russe dispongono di circa 300 miliardi di attività occidentali sequestrate a titolo di rivalsa (ad esempio, le multinazionali occidentali hanno venduto a imprenditori russi le loro attività ma non hanno potuto esportare il ricavato). Come finirà? A tarallucci e vino, alla volemose bene, oppure con sgarbi e ripicche che non fanno bene a nessuno?

2 gennaio
Numerosi siti americani d'informazione, sostengono che la Russia avrebbe piazzato proprie forze ai confini del Libano con Israele, che mercenari Wagner, insieme a truppe turche, starebbero combattendo in Gaza in difesa dei palestinesi, che aerei russi sarebbero apparsi nei cieli israeliani, che la Russia starebbe inviando un sistema antiaereo s400 a Gaza, e così via.
Saranno panzane, è vero, resta il fatto che a Wall Street i due maggiori bene rifugio, oro e dollaro, si stanno rafforzando mentre, di solito, si muovono in controtendenza, cioè quando uno sale l'altro scende l'altro, e viceversa.
Il fatto che avvenga il contrario significa che chi conosce le carte prima ancora che vengano distribuite si sta preparando al grande gioco.
Non prevedo alcunché di buono per le sorti del mondo.

19 dicembre
Nei circoli del partito democratico americano si studia quali potrebbero essere le conseguenze sulla prossima campagna elettorale dell'appoggio, politico e militare, prestato a Israele.
Tutto parte da un recente sondaggio Harvard Caps / Harris secondo il quale alla domanda “Si può giustificare Hamas per aver ucciso civili israeliani il 7 ottobre?” ha risposto affermativamente il 51per cento degli intervistati di età compresa tra i 18 e i 24 anni (percentuale scesa al 48 per cento per le classi di età tra 25 e 34 anni, n.d.r.).
In pratica, l'elettorato giovanile americano che verrà chiamato a votare tra un anno si divide quasi pariteticamente sugli attuali rapporti di forza tra Stati Uniti, Israele e Hamas. E tutto questo è avvenuto prima degli ultimi avvenimenti di Gaza, che hanno reso l'argomento ancor più incandescente.

5 dicembre
Sembra che lo scontro ai vertici del sistema politico/militare ucraino sia arrivato al calor bianco: da una parte i sostenitori del presidente Zelensky e della guerra a tutti i costi, dall'altra la fazione che appoggia il capo di Stato maggiore ucraino Valerij Zalužnyj che si dice favorevole ad accordi con la Russia, visto che la situazione sul campo non promette bene. Rientra nello scontro l'avvelenamento con metalli pesanti di Marianna Budanova, moglie del capo dei servizi segreti ucraini, fervente sostenitore di Zelensky.

Così da una parte si dice che il presidente prenderà il volo quanto prima verso i caldi lidi di Miami o di Viareggio, dall'altra si dice che la guerra procederà per il meglio fino alla sconfitta della Russia.
A chi credere?

28 novembre
Fondata nel 2017, Binance è una società che gestisce una piattaforma di scambio di criptovalute, una tra le più grandi del mondo in termini di volume di affari.
A causa della mancata registrazione di oltre 100.000 operazioni - che hanno coinvolto, tra gli altri, le Brigate Al Kassam di Hamas, Al-Qaïda, il Jihad Islamico e altri gruppi terroristici oltre a proventi provenienti da ricatti, sequestri e traffici d'organi, sfruttamento sessuale di minori, traffico d'armi e materiale pedopornografico - dovrà pagare al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti una multa di 4,3 miliardi di dollari. Questa la conclusione dell'accordo raggiunto tra l’Autorità americana e la società con sede alle Seychelles, il cui presidente (nonché fondatore n.d.r.) Changpeng "CZ" Zhao si è dimesso.
Finanza innovativa, crimine organizzato, terrorismo: un bel cocktail, non c'è che dire.

7 novembre
Si arriverà alla guerra tra Stati Uniti e Israele da una parte e Iran, Hezbollah e Hamas dall'altra? Il fatto che aerei americani abbiano bombardato strutture iraniane in Siria non promette alcunché di buono.
Per l'Ue un eventuale conflitto si tradurrebbe in un grande danno economico perché attraverso gli stretti di Hormuz passa il 20 per cento del traffico mondiale di greggio: la chiusura per eventi bellici provocherebbe forte rialzo dei prezzi del petrolio, inflazione e recessione. Per non parlare di possibili interventi militari.
Sorprende il fatto che nessuno ne parli, non si intervenga con soluzioni, si lasci campo libero alle armi. Mai come di questi tempi idee e diplomazia sarebbero d'aiuto.

17 ottobre
Ricordate l'operazione "Piombo fuso" condotta qualche anno fa contro Gaza nel corso dell'insurrezione di Hamas del 2008? Finirà come allora: il rapporto vittime tra palestinesi ed ebrei sarà di 8/10 a 1, con lutti, sangue e distruzioni da una parte e dall'altra.
Cinicamente parlando, l'unico a trarre qualche vantaggio sarà Benjamin Netanyhau, il premier israeliano che chiamando Israele alla difesa placherà il contrasto interno e rinfrancherà la sua posizione politica, recentemente indebolita. Per il resto, da questa tragedia mi attendo solo rabbia e dolore.

5 settembre
A proposito delle rivelazioni su Ustica, ricordo che alcuni turisti italiani in vacanza in Corsica quel giorno avevano notato un insolito movimento di aerei nella base di Sari-Solenzara ma la notizia fu trascurata.
Sempre a quel tempo, ricordo che mi raccontarono che non fu Bettino Craxi ad avvisare il leader libico Gheddafi del pericolo che avrebbe corso nel volo verso la Polonia, bensì Giulio Andreotti.
Nessuno può confermare o smentire, questo è il paese dei misteri: d’altronde ancora non si conoscono le clausole segrete del trattato di Cassibile, quello che sancì la resa dell'Italia nel 1943.

29 agosto
Ho seguito alcuni discorsi dei leader africani pronunciati al vertice dei Brics a Johannesburg, si possono sintetizzare così: 
“Voi occidentali dovete smetterla di rivolgervi a noi africani agitando il dito con aria di minaccia e di supponenza. Ci avete e ci state sfruttando dagli albori del colonialismo. Ogni anno ci private di almeno 400 miliardi di dollari in materie prime che voi non possedete: d'ora in poi questa pratica deve finire. Non interferite nelle decisioni dei nostri governi, state calmi e non agitatevi. Infine, non trattateci da pezzenti come avete fatto tre anni fa con i vaccini anti Covid perché non lo siamo più”.

8 agosto
Un terzo delle case francesi utilizza energia elettrica prodotta da centrali che bruciano uranio del Niger, mentre in questo paese, il secondo più povero del mondo, l'80 per cento delle abitazioni non dispone di elettricità. Lo sostiene il sito The New Tourist che cerca di spiegare i motivi del recente golpe nel paese africano. Nel 2020, afferma ancora il sito, l'Ue ha importato dal Niger il 25 per cento del proprio fabbisogno di uranio. Sempre nello stesso anno la francese Areva ha estratto in Niger uranio per 4,8 miliardi di dollari ma ha pagato royalties per 1,8 miliardi, una cifra definita "outrageous", oltraggiosa, dai militari golpisti.
Il presidente Macron ha affermato che la Francia non tollererà attacchi alle sue strutture e ai suoi interessi in Niger, proprio mentre la giunta golpista annuncia il blocco delle esportazioni di oro e uranio. Lo scontro sembra inevitabile.

1 agosto
I sostenitori del golpe militare in Niger hanno assaltato l'ambasciata francese sventolando la bandiera russa e inneggiando a Putin. Sarà perchè la Wagner assiste militarmente il vicino Mali o perché la Russia sta forzando la mano con assistenza e lusinghe presso i paesi del Sahel?
Ho visitato il sito di Candid Africa e qualche idea me la sono fatta.

25 luglio
Dalla fine della seconda guerra mondiale, le statistiche ufficiali dicono che almeno 86.500 persono sono morte a causa delle bombe a grappolo sganciate su vari fronti di guerra: Afganistan, Iraq, Siria… Nessuno conosce il numero reale né è possibile ipotizzare quante ancora ne moriranno, perché le bombe a grappolo inesplose restano attive per decenni.

Quelle americane sono arrivare in Ucraina e presto gli ucraini inizieranno a impiegarle; i russi hanno fatto sapere che si comporteranno di conseguenza. Un'altra escalation di una guerra sempre più crudele. E a farne le spese sono sempre gli stessi.

18 luglio
L
Ufficio Statistiche americano (Us Census Bureau) ha reso noti i dati delle importazioni di merci russe negli Stati Uniti durante il mese si maggio: 504 milioni di dollari. Può sembrare un valore irrisorio ma il punto è un altro: se ad aprile si erano fermate a 215,6 milioni, a gennaio erano state poco più di 60 milioni. Delle sanzioni approvate per piegare la macchina da guerra del Cremlino non cè più traccia: le importazioni dalla Russia dovevano crollare, invece le materie prime russe sono tornate a far gola agli Usa, soprattutto luranio e i suoi semilavorati che, guarda caso, non sono sanzionati e servono a far funzionare le centrali nucleari americane.
Insomma, mentre l
Europa non compra da Mosca nemmeno il gas, gli Stati Uniti comprano addirittura luranio. Chiaro, no?

11 luglio
Il presidente turco Erdoğan ama il gioco pesante.
Sì alla Svezia nella Nato, ma prima sì alla Turchia nell'Ue: di questo si discuterà a Vilnius, oltre che delle bombe a grappolo.
Inghilterra, Spagna e Germania sono contrarie al loro invio in Ucraina, gli ucraini si arrabbiano e mandano al diavolo i tedeschi: «Voi non avete combattuto per 500 giorni contro i russi, ve ne siete stati calmi sui vostri divani Biedermeier» avrebbe detto il vice ministro ucraino della Difesa al suo omologo tedesco. Insomma, sarà un vertice frizzante.

4 luglio
Secondo un sondaggio di questi giorni effettuato in Germania, in caso di elezioni il partito di estrema destra Afd, Alternative fuer Deutschland, con il 20 per cento (+ 4 per cento soltanto negli ultimi tre mesi) risulterebbe il secondo partito, alle spalle di Cdu/Cdu, 27 per cento, e davanti ai socialisti del Spd, con il 19.
Perché il dato solleva timori a Berlino (e non solo)? Perché nel programma elettorale di Afd ci sono il blocco dell’immigrazione, un freno alle politiche ambientalistiche e, udite udite, la dissoluzione programmata dell'Unione Europea in quanto superata e non più in grado di far fronte ai propri compiti.
Nelle elezioni previste per il 2025, l'Afd parteciperà con una propria candidata, Alice Weidel, alla corsa per il Cancellierato. A farsi portavoce dei timori per l'emergere di questo partito è stato il capo dei servizi tedeschi di spionaggio, che ha chiesto di non votare Afd per il timore di forti contrasti nel paese; dall’altra parte, per i vertici di Afd questa sarebbe la prova di come i servizi manipolino l'opinione pubblica. Ma questa non è la sola cattiva notizia per l'Ue: anche il capo della destra svedese, secondo partito del paese, chiede la revisione dei rapporti con l'Unione.
Insomma, Weimar insegna: nella crisi attuale (guerra, inflazione, recessione, generale incertezza per il futuro) l'Europa va a destra e i partiti di destra al collaudato motto “Dio, Patria, Famiglia e Lavoro” chiedono di togliere poteri a Bruxelles e concedersi maggiori autonomie. Una considerazione sull'Italia: ma la signora Meloni, che per andare al potere ha rinunciato a gran parte dei suoi mantra (no all'Europa, no all'euro, no al Mes, si al blocco navale, disallineamento dalle posizioni atlantiste) non ha forse calcolato male i tempi del suo giro di valzer?

27 giugno 
Come mai un governo sovranista come (in teoria) il nostro parla di Mes, che è quanto di più letale esista per gli interessi nazionali? 
Lo sanno come andrà a finire: d'accordo con le agenzie di rating, al primi dato negativo la speculazione porterà lo spread a quota mille.
Ricorriamo al Mes e tempo sei mesi arriva la Troika: via Eni, Enel, Leonardo, Fincantieri, via Autostrade e Ferrovie, tagli feroci al Welfare, disoccupazione, austerità, miseria.
I sovranisti accetteranno davvero tutto questo pur di restare in sella? Che squallore.

20 giugno 
Apprendo dai media internazionali che la Francia avrebbe chiesto al governo sudafricano di partecipare al vertice dei Brics che si terrà prossimamente a Pretoria. Colto di sorpresa dalla richiesta, il governo sudafricano ha preso tempo con la scusa di volersi consultare con gli altri Brics (India, Cina, Russia, Brasile).
Da qualche tempo, la Francia mostra segni di insofferenza nei confronti delle politiche militari e finanziarie di Washington: lo ha fatto a Pechino con le dichiarazioni del presidente Macron sul problema di Taiwan e con l'acquisto di 65.000 tonnellate di gas liquido dagli Emirati pagandolo in yuan invece che in dollari.
Non è detto che la Francia voglia entrare nei Brics (o Global South), sarebbe il primo paese dei G7 a farlo, la procedura richiede tempo. Però il processo di multipolarizzazione del mondo sta procedendo a ritmi veloci. E imprevedibili.


13 giugno 
Negli Stati Uniti, alcun reti televisive sostengono che la società ucraina Burisma (settore energia, n.d.r.) avrebbe versato in passato una tangente di dieci milioni di dollari alla famiglia Biden: cinque a Joe, all'epoca vice presidente Usa, e cinque milioni al figlio, Hunter. Motivo: la ricerca di protezione per sviluppare nuovi affari. Le informazioni sarebbero contenute in un rapporto Fbi che ha indagato sul caso; saremmo di fronte alla risposta dei repubblicani all'iniziativa giudiziaria che vede coinvolto Donald Trump per i documenti riservati in suo possesso.
Da qualsiasi parte la si prenda, la classe politica americana non esce bene dallo scontro in atto.

6 giugno 
Su una rete televisiva americana ho visto un servizio sulla guerra in Ucraina.
Nella trasmissione venivano riportate - con i relativi video di supporto - le dichiarazioni di qualche giorno fa di due “falchi” dell'elite neo conservatrice.
Il vice ministro degli esteri Victoria Nuland, la persona che rivelò che gli Stati Uniti avevano investito cinque miliardi di dollari per il golpe di Euromaidan, ha detto che gli Stati Uniti appoggiano il progetto di un attacco degli ucraini contro la Crimea, che sarebbe la base logistica di tutti i lanci di missili contro Kiev.
Il senatore repubblicano Lindsay Graham (già distintosi all'inizio del conflitto, quando avvisò il presidente Biden che Putin doveva essere assassinato, n.d.r.), invece, durante un pranzo con Zelens'kyj ha detto che i soldi americani dati all'Ucraina rappresentano il miglior investimento mai fatto dal suo paese per far morire i russi.
Se queste sono le idee che circolano oltreoceano presumo che anche dall'altra parte non si ragioni molto diversamente.
Prepariamoci al peggio.

30 maggio 
La Germania, locomotiva d'Europa, è tecnicamente in recessione (e il resto del Continente non si sento troppo bene) mentre pare che la Russia chiuderà il 2023 su posizioni di stabilità se non di ripresa economica. 
In sostanza siamo in presenza di un paese colpito da ben 11 pacchetti di sanzioni economiche che procede meglio dei paesi sanzionanti.
Qualcuno ha fatto male i conti.

23 maggio 
Sull'emergenza debito pubblico (in questi giorni alla ribalta negli States, ma argomento da noi all'ordine del giorno da anni) oggi è intervenuto sul New York Times l'economista Paul Krugman. «Il governo americano non deve rimborsare il proprio debito di 31.000 miliardi di dollari - ha detto - deve certamente servire il debito, pagarne gli interessi, ma non rimborsare il capitale perché il bilancio di uno Stato non può essere paragonato a quello di una famiglia. A differenza delle persone fisiche, che sono tenute a restituire i debiti, gli Stati non muoiono e possono incassare sempre più introiti con il ricambio delle generazioni».
Come esempio, Krugman, ha citato quello dell'Inghilterra, che per finanziare le guerre contro Napoleone si indebitò fino al collo per poi recuperare, al punto che - fino agli anni '30 - la sua moneta, la sterlina, diventò moneta di riserva mondiale.

16 maggio 
Il Washington Post, il quotidiano americano posseduto da Jeff Bezos e vicino ai democratici, ha pubblicato la notizia di un'indagine del Congresso, ora in mano ai repubblicani, sui membri della famiglia Biden, sospettati di casi di corruzione internazionale in Ucraina, Cina e Romania. Come mai questo cambiamento di rotta da parte di una colonna del mainstream mediatico americano? E non finisce qui: la Cnn, acerrima nemica di Donald Trump, ha invitato l’ex presidente a un talk show dal quale Trump sembra sia uscito bene.
Siamo arrivati ai materassi tra il presidente Biden e il deep state?

9 maggio 
Le Monde riporta la notizia di Ursula von der Leyen intenzionata a presentarsi per un altro mandato alla presidenza della Commissione europea.
È bene ricordare che, il 13 aprile scorso, il settimanale belga Le Vif ha svelato come contro la stessa von der Leyen sia stata depositata una denuncia penale in merito alla vicenda del contratto, secretato, da 35 miliardi di euro stipulato con Pfizer per l'acquisto di vaccini anti-Covid destinati all'Europa (1,8 miliardi di dosi in aggiunta ai 600 milioni già acquistati, sempre da Pfizer, in precedenza). Stando a quanto afferma il settimanale belga, si tratterebbe di una denuncia “non di poco conto”, in quanto riferita ai reati di “usurpazione di funzioni e titoli”, “distruzione di documenti pubblici” e “appropriazione illecita di interessi e corruzione”.
Giusto perché si sappia da chi siamo guidati.

26 aprile 
Torna a circolare sul web la notizia di un attacco russo avvenuto in marzo con sei missili ipersonici Kinzhal, uno dei quali avrebbe colpito un bunker ucraino segreto nei pressi di Kiev uccidendo 200 militari tra cui decine di ufficiali Nato.
All'epoca nessuno degli interessati aveva denunciato l'evento, né gli ucraini né la Nato. La notizia era stata data dai russi qualche giorno dopo, ripresa dall'agenzia greca ProNews ma non dai media occidentali; successivamente era stata definita "fake" da un'agenzia privata di contro-informazione di Kharkiv.
Ora viene ripresa da siti americani e, incidentalmente, dalla catena televisiva PressTv, e associata ai documenti usciti dal Pentagono nel tentativo di dimostrare come la Nato si trovi in una seria impasse da cui non saprebbe come uscire.

18 aprile 
Sto leggendo sulla stampa internazionale le reazioni di politici e media americani alle dichiarazioni del presidente Macron dopo il viaggio in Cina: «Essere alleati non significa essere vassalli - ha detto - dobbiamo pensare a noi stessi. Noi siamo per lo status quo a Taiwan e in altre parti del mondo e contro l'ideologia della guerra». Si salvi chi può: il Senatore americano Marco Rubio ha subito ricordato che quando Macron anni fa volle compiere azioni militari nel Sahara furono gli americani a organizzare la logistica dell'intervento: «Macron è forse il leader dell'Europa, sta parlando per se stesso o anche per altri - ha detto Rubio - in questo caso dovremmo rivedere la situazione. Stiamo spendendo i soldi dei contribuenti americani per una guerra europea».
Il mainstream americano non è stato da meno, accusando Macron di arroganza, di parlare a nome dell'Ue mentre la Francia è solo uno Stato membro.
In questa contesa, che dimostra come il fronte interno europeo mostri segni di frammentazione, spicca il silenzio tedesco, che si sta leccando le ferite del North Stream. E l'assoluta inconsistenza dell'Italia, che non viene mai citata.

11 aprile 
Chi ha messo in rete i documenti top secret del Pentagono creando non pochi problemi ai governi di Washington, Kiev, Seul, Tel Aviv e ai loro servizi di sicurezza e di spionaggio? Sono stati gli hacker russi? Un emulo di Assange che vuole portare alla ribalta i segreti della superpotenza? Oppure una talpa repubblicana, probabilmente trumpiana, che con le indiscrezioni sulla guerra in Ucraina vuole colpire la presidenza Biden con la stessa durezza con la quale le indagini di New York stanno minando la corsa di Trump alle presidenziali del prossimo anno? Saremmo di fronte ad una sfida senza esclusione di colpi.

Mentre in Ucraina si muore e in Cina si brinda.

4 aprile 
Pil mondiale nel 2022: 102mila miliardi di dollari. Debito mondiale pubblico e privato nel 2022: certamente superiore ai 300mila miliardi di dollari.
Questo lo sfondo sul quale si muovono i crack bancari dei giorni passati (Credit Suisse e le tre banche americane) per un totale di circa 100 miliardi di dollari. Un'inezia direte, che le banche centrali possono facilmente assorbire senza contraccolpi.
Il fatto è che le banche centrali sono ufficialmente impegnate nella lotta all’inflazione, stanno alzando i tassi, e non dovrebbero perdere la faccia (stringono sulle economie dei poveri cristi e regalano miliardi ai soliti noti). Però la faccia la perderanno, il sistema terrà, i poveri falliranno (il 60 per cento dei paesi indigenti è a rischio insolvenza), ritornerà la stagflation e noi tutti vivremo felici e contenti.
Guerra permettendo.


28 marzo
La crisi di Borsa di Deutsche Bank è iniziata quando l'istituto ha reso noto di voler anticipare il rimborso di un prestito obbligazionario.

In genere si tratta di un segnale di forza finanziaria (mi posso permettere di rimborsare un debito prima della sua scadenza). E allora perché la pioggia di vendite? C'è chi teme il contagio del Credit Suisse presso le grandi banche europee e chi anticipa una seria crisi del sistema industriale tedesco per l'aumento del prezzo del gas, situazione che non potrà non avere ripercussioni sulle banche; Berlino, Bundesbank e Bce sono pronte ad intervenire con appoggi finanziari.
Ma per la crisi industriale non si vedono soluzioni all'orizzonte.

21 marzo
Nel mondo delle banche la situazione si fa seria: l'economista Nouriel Roubini, il Doctor Doom (in italiano potrebbe essere tradotto con Dottor Sfiga, n.d.r.), ha detto che un potenziale crac del Credito Svizzero avrebbe sui mercati le stesse conseguenze che quello della Lehman ebbe nella crisi dei subprime del 2007/2008.
Nei giorni scorsi il titolo ha perso quasi un quarto del suo valore in una sola seduta, proprio mentre da più parti si sosteneva come la banca svizzera fosse troppo grande per fallire e anche troppo grande per essere salvata.
Anche Wall Street, dopo uno sbandamento iniziale, ha tenuto, segno questo che il problema bancario di qua e di là dell'oceano viene ancora considerato gestibile.
La situazione si fa seria

7 marzo
Ricordate che perché la guerra in Ucraina prosegua è necessario che il fronte interno europeo resista. Dalla Germania arrivano segnali finanziari che non lasciano prevedere fatti positivi per la congiuntura economica (decoupling dei rendimenti del bund a 10 anni rispetto al trentennale).
Le punzecchiature di Berlusconi sono uno scherzo rispetto a una recessione in Germania che, a catena, si trasmetterebbe all'intero continente.

28 febbraio
Nel corso di un'intervista, Samuel Bennett, l'ex primo ministro israeliano, ha dichiarato che durante i suoi tentativi di avviare una trattativa di pace tra Russia e Ucraina agli inizi del conflitto è stato gentilmente ma fermamente invitato dall'amministrazione americana a desistere dall'iniziativa.
Tanto per capire il cui prodest di questa guerra.

24 febbraio
Dulce et decorum est pro patria mori. Le borghesie nazionalistiche dei secoli scorsi hanno scomodato persino Orazio cantando che sì, era dolce e dignitoso morire per la patria. Quando dietro la patria si celavano gli interessi di bottega dei sistemi oligarchici in lotta tra loro. Oggi la stessa musica viene riproposta da entrambi i contendenti di questa guerra iniziata nove anni fa (l'invasione è stata una nuova fase del conflitto che opponeva oligarchi russi, ucraini e interessi economici occidentali dal 2014).
Il movimento proletario internazionale deve solo piangere la sconfitta dei propri ideali e cercare altre vie, distanti dall'egoismo e dalla violenza di chi ci guida.

21 febbraio
Secondo voi, la Nato dovrebbe fidarsi nella gestione della guerra di un importante paese membro nel cui governo milita un amico di Putin? È vero che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è uno di loro, ma potete essere certi che l'uscita di Berlusconi ha provocato il mal di stomaco a Stoltenberg. E anche al Pentagono. Anche se il mainstream dà poco peso al fatto la questione resta. E non é di poco conto.

14 febbraio
Al tappeto rosso europeo per Zelensky ha immediatamente fatto seguito la doccia fredda sull'invio dei carri armati Leopard.
La Grecia li ha promessi ma ora ci ripensa dicendo «I nostri vicini turchi sono inaffidabili», la Spagna ne manderà 4 o 6 mentre gli altri non sono più così sicuri della consegna come, invece, lo erano stati al momento delle promesse. Sembra che, in totale, ne arriveranno appena poco più di un centinaio dei tre/quattrocento previsti.
Insomma, l'Ucraina deve combattere ma non vincere, perché ai pupari del gioco un’eventuale sconfitta di Putin non sta bene: nessuno vuole correre il rischio di ritrovarsi con un sostituto ancor più falco di lui.
Lucio Caracciolo ha detto che Putin sta aspettando con pazienza una chiamata da Washington, gli credo: solo così la guerra può finire.

7 febbraio
Le Big petrolifere annunciano utili stratosferici grazie alle evoluzioni del prezzo del gas mentre le famiglie tirano la cinghia e le imprese annaspano.
Chi conosce il settore dice che nei mesi scorsi mani ignote, ma nemmeno troppo, hanno comprato i future del gas ad Amsterdam, facendo schizzare alle stelle il prezzo.
Le Big, pur continuando ad acquistare il gas ai prezzi pre-crisi si sono subito adeguate facendo lievitare i prezzi di vendita al consumo grazie al terrore di un'improvvisa e imprevedibile penuria di gas: se lo volevi dovevi pagarlo tutto prima, anche se poi non lo consumavi.
Poi il gioco è passato alla piccola speculazione che ci ha lasciato le penne, come al solito.
Elementare Watson, elementare.

31 gennaio
Il generale americano Petraeus dichiara al Tg1 che bisogna armare l’Ucraina per costringere Putin ad aprire le trattative da posizioni di debolezza, non di forza, ed esclude l’uso da parte russa di armi nucleari. Più o meno la posizioni delle nostre Sturmtruppen da divano.
Sul campo, però, la situazione appare differente: al rafforzamento delle posizioni russe si aggiungono le voci di un’offensiva del Cremlino e l'invio di armi da parte dell’Occidente risulta essere insufficiente per modificare l'andamento della guerra. Prima o poi (meglio prima che poi) qualcuno dovrà perdere la faccia.
Intanto, di pace non si parla, tanto muoiono russi e ucraini. E a Washington questo poco importa.

24 gennaio
Un'ondata di scioperi più o meno nazionali sta sconvolgendo Francia e Inghilterra.
A Parigi si parla di giovedì nero perché numerose categorie protestano per il progetto governativo di riforma delle pensioni, con il limite d'età portato a 64 anni (sono 67 in Italia, n.d.r.), una scelta che si scontra con un'opposizione vasta e trasversale.
Nel Regno Unito, invece, si sciopera per il sistema sanitario ormai al collasso dopo i tagli degli ultimi tempi.
Sullo sfondo, in tutta Europa, l'inflazione: ricordatevi le reazioni dei Gilet Jaunes di tre anni fa all'aumento dei prezzi del gasolio, poi rientrato, ma che oggi si presenta di nuovo. Auguri.

17 gennaio
“Il fondo Usa Blackrock con ottomila miliardi di dollari in portafoglio è al lavoro sulla raccolta dei capitali per le spese post-belliche di Kiev. Allo studio un fondo per rimettere in piedi l'economia. Si parte con le infrastrutture”. Sin qui i flash di agenzia. E poi?
Blackrock non è un ente di beneficienza, se investe vorrà certamente il suo tornaconto, sotto forma magari di organizzare e sottoscrivere le privatizzazione da parte dell'Ucraina delle sue aziende statali, tra cui le centrali nucleari, o dalla vendita delle sue abbondanti risorse naturali, le fertili “terre nere”, granaio d'Europa sin dall'antichità, le ricchezze del sottosuolo, ferro carbone, litio, uranio. Insomma Blackrock, importante azionista delle grandi aziende produttrici di armi che hanno fatto i soldi con la guerra, adesso guadagnerà dalla ricostruzione di quello che le sue armi hanno distrutto.
Business is business...

10 gennaio
Democrazia,
parola magica che viene sbandierata ossessivamente per difendere le decisioni del governo.
In Italia, stando ai sondaggi, almeno due terzi dei cittadini sono contrari alla guerra. Però il governo, che ha il consenso del 26 percento dell'elettorato, si muove in direzione opposta. Lo stesso pare avvenga in altri paesi europei. E la chiamano democrazia.

3 gennaio
«Ich kann keine Befriedigung bekommen, I can get no satisfaction». Quando in piena guerra fredda e il Muro ancora fresco di calce, sentii a Berlino i Rolling Stones cantare in tedesco il loro successo ormai mondiale pensai: al loro confronto Leopardi con il suo pessimismo cosmico era un inguaribile ottimista.
Tanti anni dopo, con il ritorno della guerra e i suoi orrori in Europa (nel mondo non si è mai fermata), con l'egoismo, la violenza e l'insensatezza trionfanti, penso ancora che la pace potrà prevalere. Spero nella buona volontà del genere umano. E spero di non essere il solo a pensarla in questo modo. Ich kann Befriedigung bekommen, I can get satisfaction. Auguri a tutti.


27 dicembre
Ian Bremmer, il politologo americano fondatore di Eurasia, consulente di importanti multinazionali, ritiene che finora gli Stati europei sono rimasti uniti oltre ogni previsione nel sostenere l'Ucraina politicamente e militarmente (appoggiando per ben sette volte sanzioni sempre più dure nei confronti della Russia) ma che questo sostegno andrà scemando nei prossimi mesi e non consentirà a Kiev di reggere il confronto militare con Mosca.
I russi lo sanno e, sempre secondo Bremmer, cercheranno di anticipare i tentativi di diversificazione energetica dell'Ue tagliando l'invio di gas all'occidente con la speranza di far sollevare le opinioni pubbliche europee contro la politica di muro contro muro di governi Ue/Russia.
L'Ue, di fronte a questa prospettiva, potrebbe subire infatti un crollo economico del 2-3 per cento, che gli europei hanno messo in conto. Come hanno messo in conto che lasciare l'Europa senza gas russo oggi significa rompere i legami con la Russia in modo definitivo.
Insomma, nella visione del politologo americano l'Europa deve restare unita per lo meno fino a primavera per resistere al ricatto del gas russo: i prossimi tre mesi e il generale inverno saranno le chiavi del nostro futuro. A questo punto, lascia intendere Bremmer, la guerra diventa un elemento meno impegnativo.

20 dicembre
Rispetto ai minimi di settembre (quando per un euro bastavano 0,95 dollari) la moneta europea si è rivalutata di oltre il 10 per cento, portandosi poco al di sotto di quota 1,06: come mai questo rialzo nonostante le previsioni economiche dell'Ue siano poco positive e la fama di "moneta tossica" che ormai caratterizza la nostra moneta?
Il fatto è che il dollaro ha ricevuto recentemente una batosta sul fronte energetico, grave quanto l'esplosione dei due gasdotti North Stream. Durante l'incontro ai massimi livelli tra Cina e Arabia Saudita del mese scoro è stato infatti deciso che Pechino, il più grande importatore del petrolio saudita, d'ora in poi pagherà le sue forniture in yuan e non in dollari. Se l'esempio della Cina verrà seguito da altri produttori il ruolo di moneta di riserva del dollaro andrà decisamente perdendo consistenza. Manca solo che l'Arabia Saudita entri nei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) e potremo dire addo all'egemonia finanziaria degli Stati Uniti.
Per ora Washington non ha reagito, ma i mercati hanno capito l'antifona. E si sono mossi per tempo.

6 dicembre
L'Economist: vittoria in vista per l'Ucraina.
Fonti americane (nemmeno troppo anonime): il ritorno della Crimea all'Ucraina è fuori discussione in questo momento.
Fonti russe: riporteremo l'Ucraina indietro di 200 anni.

Chi ha ragione?

29 novembre
Questa è bella: "a theory spread on Twitter and right-wing websites suggesting the U.S. government's massive aid to the besieged nation rebounded to the U.S. Democratic party via the failed Ftx crypto exchange, which was an official partner of Ukrainian government for the crypto fundraising campaign.
Ukraine, which raised hundreds of millions in crypto this spring, in addition to a traditional fiat campaign to support its military and civilian population, partnered with Ftx in March to cash out crypto donations and turn them into ammunition and humanitarian aid. Ftx, along with the Ukrainian exchange Kuna, became a platform for turning crypto into actual goods for the nation at war".

In sostanza, questi maliziosi siti della destra americana sostengono che gli aiuti in cash raccolti dall'Ucraina negli States sono andati alla piattaforma Ftx, ora in stato comatoso, e una parte di questi aiuti sarebbe ritornata ai vertici del partito democratico. L'Ucraina, smentisce, ovviamente, ma i sospetti corrono. Calunniate, calunniate, dicevano, alla fine qualcosa resterà...

22 novembre
Leggo dal programma elettorale di Donald Trump, reso noto qualche tempo fa, due punti che potrebbero interessare gli europei: "Manterrò l’America al di fuori di stupide guerre ed eviterò lo scatenarsi di una terza guerra mondiale, verso cui invece Joe Biden sembra diretto, come ha fatto per i quattro anni in cui è stato presidente. Farò costruire un sistema di difesa dagli attacchi missilistici che sia in grado di bloccare i missili supersonici di Russia e Cina che oggi non possono essere fermati".
Mi sembra una presa di posizione da valutare attentamente.

8 novembre
Ma quelli che sabato scorso a Milano hanno manifestato per l'Ucraina, hanno capito che il padrone del vapore sta mollando Zelensky e, dopo mesi di muro contro muro, sollecita il mainstream a parlare di "trattativa" con Putin soltanto perché a casa sua sta arrivando lo tsunami?

27 settembre
Come ho già detto più volte, con l'arrivo di Giorgia Meloni non credo che cambierà molto nella nostra vita. Rimangono gli stessi gravi problemi di prima: guerra in Europa, caro energia, recessione e inflazione. Rivedremo il solito arrembaggio dei vincitori alle poltrone che contano - imprese pubbliche, Rai... - il farfugliamento e le purghe delle opposizioni, il ritorno di guitti, nani e ballerine.
Ultima la speranza che nel nuovo governo emergano persone capaci e oneste: siamo troppo cinici e miopi per pensarla diversamente.


13 settembre
Credo che, una volta al potere, la signora Meloni non terrà fede ai suoi ideali di base: nasce eurofoba, antieuro e sovranista. Dall'estero, a mezzo Economist, le hanno già mandato l'avviso: se sgarra si scatenerà nei confronti dell'Italia un feroce attacco contro il debito pubblico, cioè spread alle stelle, troika, commissariamento e così via. Dovrà dunque adeguarsi.
Del resto, Parigi vale sempre una messa.

6 settembre
Price Cap al prezzo del gas: tutti ne parlano ma non se ne conoscono le modalità. Come può un acquirente affamato imporre il prezzo del pane al fornaio che lo produce? E poi, il cap vale solo per il gas russo o anche per quello algerino, egiziano o olandese? Insomma, è un casino.

30 agosto
Siete ancora sicuri che Draghi sia stato vittima di un golpe politico? Mi dissocio dalla beatificazione di Super Mario che trova riscontro ovunque: non credo che un banchiere centrale, custode dell'ortodossia finanziaria, possa reggere le sorti di un paese senza cadere in conflitti di interesse.

16 agosto
Medvedev ha sbagliato, non ci piove. Ma vi ricordate di quando in occasione della Brexit il mondo occidentale all'unisono (Usa, Ue, Fmi, etc) si mosse per invitare gli inglesi a boicottarla? O avete la memoria corta? Io ricordo ancora di quando il Vaticano influenzava le elezioni italiane: "Nella cabina Dio vi vede". E il Vaticano, non é uno Stato estero?

26 luglio
Secondo i dati usciti sulla stampa in occasione del viaggio del Papa in Canada, il comportamento degli occidentali in quel paese avrebbe provocato la morte di almeno 50 milioni di nativi innocenti.
Ho sempre letto che l'ideologia più assassina della storia fosse il comunismo. Ma anche i cristiani non hanno avuto la mano leggera. O mi sbaglio?

14 giugno
Una notizia di Agi - Agenzia Stampa Italiana - vuole il figlio del presidente americano, Hunter Biden, accusato dai russi di avere avuto un ruolo nel finanziamento di laboratori di armi batteriologiche in Ucraina. Secondo Mosca, Biden jr avrebbe finanziato laboratori segreti attraverso il suo fondo d'investimento, Rosemont Seneca: dal suo laptop sarebbero spuntate le email che documentano il suo impegno per garantire i finanziamenti necessari a Metabiota, un'azienda californiana contractor del Pentagono specializzata nella ricerca su malattie che causano pandemie da utilizzare come armi. Sembrerebbe che Biden jr abbia presentato Metabiota a una società di gas ucraina, Burisma, per un "progetto scientifico" relativo a laboratori di biosicurezza in Ucraina. Se così fosse, è arrivato il momento in cui si spalancano gli armadi. A quando i dati sul business del gas in Italia?

17 maggio
I quattro Cavalieri dell'Apocalisse citati da San Giovanni: guerra, violenza e stragi, carestia, pestilenza. Non li stiamo forse incontrando sul nostro camino proprio di questi tempi? Allegria.

10 maggio
In Ucraina gli uomini combattono sino a 60 anni. I miei figli sono molto più giovani, non temo per me, ma per loro, per i loro figli, per tutti i giovani che dovrebbero combattere una guerra voluta da vecchi egoisti e misantropi. Vogliamo veramente morire per Kiev?

3 maggio
Sul Corriere della Sera è stata pubblicata un’intervista all'economista Jeffrey Sachs che - pur avendo lavorato per la Russia - non credo possa venir definito putiniano.
Al di là delle affermazioni di Sachs, quel che mi ha colpito è stato il fatto che il Corriere abbia dato spazio a una voce autorevole che va contro il mainstream politico-militare occidentale del momento. Mi domando se siamo di fronte ad un cambio di rotta nelle alte sfere o a un incidente di percorso. Oppure alla crescente consapevolezza che la politica del muro contro muro non paga.

26 aprile
Il poker politico militare tra Russia e Nato si fa sempre più pericoloso. I rilanci da entrambe le parti (che in questo caso sono rappresentati dalle minacce) sono da sempre esca per i conflitti armati. Qualcuno deve cedere, perdere la faccia e lasciare il campo, altrimenti si va allo scontro nucleare. Dove perdiamo tutti.

12 aprile
Per la mia generazione, cresciuta con la guerra fredda, dopo quanto visto in Germania Est, Ungheria e Cecoslovacchia l'invasione dell'Ucraina appare, purtroppo, in linea con politica di potenza perseguita dai due blocchi sino al 1990: nel dopoguerra Usa e Urss avevano tirato nelle proprie zone d'influenza linee rosse da non oltrepassare, pena il conflitto atomico. Gli eventi di Cuba, quelli dell'Europa Orientale, i golpe in America Latina rientravano, a mio giudizio, in questa logica perversa. Restavano gli scontri nelle zone "terze" - Africa, Medio Oriente, Asia sud orientale - dove le due potenze si sfidavano quasi sempre per interposta persona, arabi e israeliani, vietnamiti del nord o del sud, guerre etniche o presunte tali in Africa. Poi è crollata l'Urss e questa logica sembrava finita, almeno da parte russa. Ecco perché il caso Ucraina costituisce un ritorno al passato, perpetrato ma anche accettato da chi ragiona ancora con i metodi da guerra fredda e con ideologie imperialistiche da diciannovesimo secolo.
E questo, al di là di ogni strumentalizzazione politica, alle nuove generazioni riesce incomprensibile e ingiustificabile.

29 marzo
Ho visto su YouTube un dibattito sulla crisi ucraina mandato in onda da una catena televisiva americana: quattro esperti di politica internazionale di altrettante Università che a turno, senza interferire e non sforando i tempi, esponevano le loro tesi, per altro divergenti. Il tutto nel massimo rispetto per gli spettatori e gli altri interlocutori.
Poi mi è capitato di assistere a un talk show "de noantri" sullo stesso argomento: quattro tuttologi che fino a ieri discutevano di Covid, di euro e di Brexit diventati all'occorrenza improvvisatisi analisti di geopolitica che sbraitavano, ululavano, si rimbeccavano senza alcun rispetto per gli altri e l'audience.
Come siamo caduti in basso.

22 marzo
“Not one inch eastward” (non un pollice più ad est), sembra sia stato l'accordo raggiunto nel 1990 tra Urss e Usa: sì alla riunificazione della Germania e al suo ingresso nella Nato, no all'espansione della Nato verso est. Quanto detto mi fa ricordare nella sua vaghezza intrinseca la risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza dell'Onu sul conflitto arabo israeliano: riconoscimento di Israele da parte degli Stati arabi in cambio del ritiro 'da' o 'dai' territori occupati durante la guerra. Proprio a causa della vaghezza dei termini contrattuali nessuno ha mai rispettato entrambi gli accordi.
Morale: la diplomazia cede sempre il passo ai rapporti di forza sul campo.

* la risoluzione 242 fu votata il 22 novembre 1967 dal Consiglio di sicurezza dopo la guerra dei sei giorni

15 marzo
A Wall Street gli analisti JP Morgan consigliano ai loro clienti di acquistare i bonds (quotati in dollari) di aziende russe che per effetto della crisi ucraina hanno perso circa l'80 per cento del loro valore facciale. Tra tutti, sono raccomandati soprattutto quelli della Lukoil che guadagna bene e ha molte operazioni internazionali.
Molti investitori però preferiscono astenersi: si ricordano dei loro nonni, che cent'anni fa con i bonds emessi dallo zar prima della rivoluzione bolscevica (e poi non riconosciuti dal governo comunista...) tappezzarono bagni e locali di servizio. Tempi duri per i fondi ''avvoltoio'' della grande finanza...

8 marzo
Conventional wisdom è un termine inglese che sta a significare l'opinione prevalente su un argomento tra quanti seguono i media. Caso Ucraina: cosa dice attualmente la conventional wisdom in proposito. 1) Putin è la causa principale 2) Putin è folle o irrazionale 3) Putin vuole creare una grande Russia 4) Putin assomiglia ad Hitler. Nella semplice analisi dei commenti che ho contato sulla mia bacheca Facebook e sui principali opinionisti, politici, tecnici, esperti di politica internazionale reperibili in Internet (quindi un panel di persone di buon livello culturale) i giudizi sopra riportati vengono condivisi dall'80 per cento del panel. Su questi dati ci marciano le forze politiche che orientano i propri indirizzi in sintonia con gli input dalla base. E questo avviene in gran parte dell'Occidente. Siano entrati dunque in un circolo vizioso che può dar luogo a colpi di testa. Calma e gesso non sono mai richiesti come oggi.

1 marzo
Ne touche pas à ma bagnole, non toccate la mia macchina. Così, all'epoca delle guerre mediorientali negli anni '70, Le Monde ironizzava sull'europeo medio pacifista che si riscopriva di colpo guerriero quando i conflitti nelle aree petrolifere minacciavano gli invii di greggio.
Ora ci risiamo: no alla guerra in Ucraina, è il mantra dell'Occidente. Solo parole al vento.
Sullo sfondo prevale lo spirito di allora: Ne touche pas à le gaz. Quello russo, ovviamente.


22 febbraio
Di recente ho fatto cenno al crollo a Wall Street di Meta - holding di Facebook, 250 miliardi di dollari bruciati in poche ore - e alla scommessa apertasi tra ribassisti (che poco di buono vedono nel futuro della società) e rialzisti, ovvero quelli che pensano che il peggio sia alle spalle. A oggi, stanno vincendo i primi: il titolo ha perso un altro 10 per cento e si sta avvicinando al supporto di quota 200.
Tempi grami per le stelle di qualche mese fa.

15 febbraio
Cosa vuol dire missili a medio raggio alla frontiera, un evento possibile se l'Ucraina entrerà nella Nato? La chiave della crisi è tutta qui.
Finora l'equilibrio del terrore della Mad (Mutual assured distruction) in caso di conflitto tra superpotenze nucleari ha evitato lo scontro diretto mentre oggi, con i missili a medio raggio e nuovi strumenti cognitivi (satelliti), si dà la speranza, o l'illusione, all'aggressore di poter evitare la Mad grazie alla distruzione in fase di lancio dei missili balistici intercontinentali del nemico. Più vicini sono alle basi di lancio dell'avversario i miei missili a medio raggio, più speranze ho di evitare il peggio: lo dicono i documenti dello Stato maggiore Usa, lo dice lo stesso Putin quando annuncia di aver messo a punto missili ipersonici in grado di evitare l'intercettazione al decollo.
Rischio calcolato o avventurismo senza limiti? Il gioco sta tutto qui, purtroppo.

8 febbraio
Negli States, da più parti si parla di trappola del debito ora che i tassi d'interesse sembrano destinati a salire, perché alzare troppo i tassi significa penalizzare i debitori, sopratutto quanti operano in Borsa. Qualche cifra relativa a Wall Street: nel 2008, ultima crisi, i debiti contratti dagli operatori finanziari per speculare erano pari a 400 miliardi di dollari; nel 2020, primi segni di sbandamento, ammontavano a 480; nel marzo 2021 a 820 miliardi. Oggi non si sa, ma con i prezzi di Borsa a livelli stratosferici (come quelli toccati pure dai bitcoin) il monte debiti ha certamente superato i mille miliardi. Alzare i tassi significa aumentare l'onere del debito, per cui le mani deboli saranno costrette ad uscire, provocando chissà quali scossoni ai prezzi di Borsa. Ecco dunque la trappola del debito, pronta a scattare mentre l'irrazionale esuberanza della speculazione finanziaria si appresta a presentare il conto.

4 febbraio
A Wall Street le azioni di Meta, holding del gruppo Facebook, hanno perso ieri* oltre il 26 per cento, facendo evaporare quasi 200 miliari di dollari dai portafogli dei propri azionisti, Mark Zuckerberg in testa. Mai si era visto un simile salasso su un singolo nella storia delle Borse mondiali. Tutto questo per risultati inferiori alle previsioni.
Ecco dunque cosa succede a titoli gonfiati che perdono contatto con la realtà, il ritorno con i piedi per terra non potrebbe essere più doloroso.
* l'autore si riferisce alla seduta del 3 febbraio 2022

25 gennaio
Sui mercati, sopratutto quello di gas e petrolio, corre voce che la Russia invaderà l'Ucraina istallando un governo fantoccio che prenderà le distanze da Nato e Occidente in genere. Si va dunque ai materassi tra Nato e Russia? Non credo.
Ricordo che la crisi dei missili del 1962 scoppiò perché l'Urss aveva istallato missili a medio raggio a Cuba, in risposta a quanto di identico aveva fatto Washington nella Turchia Orientale. Stabilito che nessuno vuole missili alla frontiera si dovrà trovare un accordo che salvi la faccia alla Nato e rispetti i desiderata di Mosca. Non è un'impresa facile.
Ma non riesco a pensare ad una guerra tra superpotenze nucleari.


18 gennaio
E se il Cavaliere (ex Cavaliere a dire il vero, ora è noto come Ultima Raffica) tirasse la volata per il Colle a uno dei suoi sottopancia? All'ultimo momento si tirerebbe indietro "per il bene del Paese poichè la mia candidatura solleva troppe passioni e rivalità" per cedere il posto a chi, più presentabile, gli assicurerebbe la tutela dei suoi interessi. Odi malizia, cantava il Poeta. Ma da Silvio Berlusconi ci si può attendere questo e altro.

... ... dicembre
I rialzi dell'ultimo periodo non erano più sostenibili: a quei prezzi i compratori reclinavano gli inviti. Così una bella scrollata fa bene al volume d'affari su cui campano gli ambienti di Borsa. E, soprattutto, prepara il terreno per il solito rialzo di fine anno. Auguri!

30 novembre
Il ribasso dei mercati di fine autunno era nell'aria da qualche settimana ma prima di dar fuoco alle polveri gli operatori attendevano il via libera della Fed in materia di tassi, invece è arrivata l'ennesima variante del Covid-19. Sarebbe stata preferibile l'iniziativa della Fed ma oggi la finanza è dominata da altri criteri.

25 maggio
Sentenza Ilva, Benetton fuori da Autostrade, Stellantis: ecco il fallimento della nostra classe imprenditoriale. I Condottieri degli anni Ottanta sono spariti dalla scena o sono caduti per smania di profitto: il sistema Italia non riesce più a produrre imprenditori di rango. In giro si vedono solo mezze calzette capaci di sbraitare e pretendere, ma irrimediabilmente fragili di fronte ai reali problemi del Paese.

18 maggio
Dopo la batosta dei giorni scorsi il Bitcoin si sta riprendendo, tornando sopra quota 40.000 dollari e, secondo alcuni analisti, tra un anno la criptovaluta arriverà a valerne 250.000. Attendetevi altre sorprese.

4 maggio
Dall'inizio dell'anno, Bitcoin ha guadagnato quasi il 90 per cento salendo a circa 54.000 dollari, sette volte i guadagni dell'indice S&P; Ethereum, la rivale, ha preso il 343 per cento, cifra incredibile ma nulla rispetto al + 13.500 per cento fatto segnare dalla sconosciuta (fino a poco tempo fa) Dogecoin. Neppure ai tempi della prima grande bolla, quella dei tulipani, i prezzi salirono così vorticosamente. Insana follia finanziaria che prima o poi scoppierà? In molti attendono questo momento. Però sino ad oggi non si avvertono scricchiolii.

27 aprile
La Corte costituzionale tedesca ha respinto il ricorso del partito Afd contro l'adesione della Germania al Recovery Fund. Via libera dunque alla procedura di raccolta dei fondi da parte dell'Ue, che poi ne girerà una tranche anche all'Italia. Meglio tardi che mai.

20 aprile
Se lo scopo del Covid era quello di ridurre drasticamente la popolazione della terra (tesi tanto cara ai complottisti), beh, 3 milioni di morti in un anno sono poca cosa rispetto alle centinaia di milioni di nuove nascite verificatosi dal marzo 2020 ad oggi. Osservando i decessi di India, Brasile, Messico, Africa, ora però il gioco si sta facendo pesante. Guarda caso, quelle più colpite sono proprio le aree a maggior incremento demografico degli ultimi decenni.

23 febbraio
Nessuno in tv e sulla stampa in questo momento di corsa all'elogio del potente ha accennato ai 4 miliardi (approssimati per difetto) persi dal Tesoro per i derivati aperti da Mario Draghi, all'epoca direttore generale del Tesoro, su contratti aperti con banche estere in materia di andamento dei tassi di interesse. Per molto meno in altri tempi si ostracizzava a vita una persona.

16 febbraio
Osservando la lista dei nuovi ministri, appare evidente come il M5S esca con le ossa rotte, Silvio Berlusconi sia resuscitato e quanto alla Lega... si vedrà; per tutti gli altri, poco o niente. C'era bisogno di far cadere il governo per ottenere tutto questo? Mentre attendiamo fiduciosi, dobbiamo anche osservare che Draghi e i suoi amici si sono presi tutto quello che conta davvero. Certo, questo è un governo dei "migliori", ma quando mai un governo di un'aristocrazia bancario-finanziaria ha fatto l'interesse di un paese?

9 febbraio
Sia in tv che sulla stampa, in questo momento di corsa all'elogio del potente nessuno ha accennato ai 4 miliardi (approssimati per difetto) persi dal Tesoro per i derivati aperti da Mario Draghi, all'epoca direttore generale del Tesoro, su contratti aperti con banche estere in materia di andamento dei tassi d'interesse.
In altri tempi, per molto meno si sarebbe ostracizzata una persona a vita.

2 febbraio
Se tutto andrà come molti auspicano avremo un governo guidato da un uomo di Goldman Sachs, Mario Draghi. Una sconfitta per il fronte progressista (ricordo che l'unico banchiere centrale di sinistra della storia fu Che Guevara alla Banca Nazionale Cubana). Aspettiamoci dunque le solite ricette della destra: privatizzazione degli ultimi cespiti (Eni, Enel, Fincantieri, Leonardo), fine dei programmi assistenziali, stretta su pensioni, sanità, istruzione e lavoro. E non credo che l'arrivo di Draghi assicurerà una miglior gestione dei fondi europei: anche i destri quando si siedono a tavola mangiano. E di gusto.

26 gennaio
Credo che la maggior parte degli italiani non abbia capito le regioni di questa crisi e del comportamento di Matteo Renzi: la provoca e poi si astiene? Non vuol fare il Maramaldo? Allora che cosa vuole? Come al solito in questi casi, chi sa non parla e chi non sa parla fin troppo e così, ancora una volta, si prospettano le condizioni propizie per il ruolo guida di Silvio Berlusconi nel sostenere il governo. Via Renzi, dunque, dentro il Cavaliere, per di più nel ruolo di salvatore della patria. Non lo ritengo auspicabile ma il ricorso alle elezioni mi sembra proprio la soluzione estrema. Quella che Conte e alleati cercano di evitare.

19 gennaio
Chi l'ha detto che il Covid fa male a tutti? Secondo l'Istituto per gli Studi Politici, da circa metà marzo a dicembre gli Stati Uniti hanno guadagnato 56 nuovi miliardari, portando così il totale a 659; dall'inizio della pandemia, la ricchezza detenuta da questo piccolo gruppo di americani è salita di oltre un miliardo di dollari. Un rapporto di dicembre emesso congiuntamente dagli americani per la correttezza fiscale e dall'Istituto per gli Studi Politici utilizzando i dati raccolti da Forbes, indica come i miliardari Usa detengano circa 4 miliardi di dollari in ricchezza - cifra approssimativamente doppia rispetto ai 165 milioni di americani più poveri. I 10 miliardari più ricchi hanno un patrimonio netto combinato di oltre un miliardo di dollari. Diciamo che negli States, e non solo lì, i ricchi diventano sempre più ricchi.
E il Covid accelera questa tendenza.

12 gennaio
Ho sempre pensato che Rep e Dem americani fossero due facce della stessa medaglia. Il dem Clinton abolì lo Glass Steagal Act - facendo rivoltare nella tomba Roosevelt - per favorire Wall Street, il premio Nobel per la pace Obama bombardò sette paesi arabi con logica imperiale. Con Donald Trump lo scenario sembra essere cambiato perché lui ha il culto della personalità, come gli omologhi russo, cinese e nord coreano. Trump vuole la fine del sistema imperiale Usa all'estero, azzerandone i costi, si crede infallibile, è stato coerente nei suoi obiettivi, per quanto ha potuto fare.
Una brutta rogna per il bipartitismo del passato..

22 dicembre
I pescecani della politica sono venuti a galla: o il Mes da 36 miliardi, quello della Troika, oppure la crisi di governo. Il ricatto nel momento più delicato. Ottima la scelta temporale, ottime le tecniche politiche. Ma che dire dell'intento?

15 dicembre
I vertici della FDA si sono espressi sull'opportunità di dare il via libera negli Stati Uniti all'impiego del vaccino Pfizer/Biontech contro il Covid 19. Riporto: The vote wasn’t unanimous, however – 17 for, four against, and one abstention. Anche ai massimi livelli decisionali ci sono perplessità sul vaccino, come ci sono dubbi ad ogni livello inferiore. Così va il mondo di questi tempi.

8 dicembre
Secondo i dati della Fed, all'inizio degli anni 2000 il settore manifatturiera contribuiva per il 56 percento al Pil degli Stati Uniti. Diciotto anni più tardi, la percentuale era scesa al 9 percento: decine di milioni di posti di lavoro trasferiti in Cina, India e Sud Est asiatico in genere. E adesso? Si invertirà quesa tendenza?

1 dicembre
Ho visto i manifestanti iraniani bruciare manifesti con le immagini sia di Trump sia di Biden, accusati di utilizzare i sicari per danneggiare l'Iran. Sono convinto che Trump sarà ben contento di lasciare questo caso al suo successore mentre Biden si troverà, suo malgrado, ad essere l'esponente di quell'ala movimentista americana che vuole più impegno in Medio Oriente.
Altro che sganciamento, si ritorna ai bei tempi

24 novembre
Lo chiamano Il nuovo progetto Manhattan, per distinguerlo da quello che negli anni '40 portò gli Stati Uniti alla creazione della bomba atomica. Però la sede del progetto si trova negli stessi laboratori di Oak Ridge, Labs. Vi partecipano la Difesa americana e colossi industriali e tecnologici come Amazon, Google, Apple, Microsoft, Ibm e Tesla e dispone di risorse che possono arrivare a 15.000 miliardi di dollari. Scopo del progetto è quello di creare un'arma economica in grado di eliminare la minaccia cinese, ormai vincente sul fronte tecnologico e della salute, della farmaceutica e della componentistica in genere, per portare gli Usa nuovamente in testa nella corsa per la supremazia mondiale.
Il progetto ricalca le linee guida del motto di Trump "Make America great again", ma ora che il suo ispiratore sta per uscire di scena ce la faranno gli States a proseguire nello sforzo?
Lo sapremo presto.

17 novembre
Cosa faranno le due anime del Movimento 5 Stelle al termine del congresso: se ne andranno ognuna per conto proprio provocando la crisi di governo, oppure abbozzeranno "per il bene comune" sino all'inevitabile disfatta? Simul stabunt, simul cadent, dicevano i Romani.

10 novembre
Quando era all'opposizione, lo studioso Roberto Gualtieri sollecitava il governo a ridurre il rappporto debito/pil del 130 per cento perchè insostenibile. Oggi, il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri sostiene che l'attuale rapporto debito/Pil, pari al 160 per cento, sia perfettamente sostenibile. O sbagliava prima o sbaglia oggi. Potenza di un incarico.

3 novembre
La mia generazione si appresta a lasciare un mondo indebitato, precarizzato, inquinato, depapuperato, sovrappopolato, malamente globalizzato (dove i più forti spremono i deboli all'inverosimile), deideologizzato, profondamente ingiusto nella distribuzione della ricchezza, caratterizzato da conflitti religiosi ed economici. Potevamo fare qualcosa per impedirlo? Forse, ma non abbiamo mosso un dito: lo dico da anni e, come prevedibile, adesso la generazione successiva ci scarica.
Chi semina vento...

27 ottobre
Sul web, gira questa tesi sulle elezioni Usa: se Donald Trump perdesse dovrebbe affrontare guai finanziari e giudiziari capaci di rovinarlo del tutto. Allora, suggerisce la tesi, se venisse rieletto a risultati acquisiti si dimetterebbe in favore del vice Mike Spence che una volta diventato Presidente avrebbe il potere di concedergli la grazia giudiziaria*. Fatto insolito? No, lo fece Nixon dimettendosi per Ford che agì nello stesso modo.
Morale: i potenti cadono sempre in piedi.
*questo in virtù del fatto che tra le elezioni e l'insediamento passano circa 75 giorni

20 ottobre
Quando mai il ministro-banchiere Padoan avrebbe modificato il meccanismo di asta frazionale che guida l'assegnazione dei Btp a tutto vantaggio delle banche e a scapito del Paese? Mai, a giudicare dalla recente nomina. E il M5S che voleva rivoltare il Ministero dell'Economia come un calzino perché qualcuno aveva detto loro che lì si annidavano i filobancari, che ha fatto? Nulla, e ora si sta giustamente sfarinando. Come neve al sole.

13 ottobre
Per chi non lo avesse ancora capito: l'arrivo di Pier Carlo Padoan ai vertici di Unicredit è il buon servito per quanto l'ex ministro ha fatto in favore delle banche quando era ai vertici dell'Economia.
La relazione è talmente chiara che ex politici e vertici bancari ormai non hanno alcun pudore nel metterla in evidenza.

29 settembre
Come immaginavo, dal dibattito non è uscito quasi nulla di quanto mi attendevo. Solo battute acide al limite dell'insulto, tante parole, poche idee e confuse. Trump ha chiaramente surclassato il rivale: per l'aggressività retorica, per la lucidità delle argomentazioni, quasi sempre tendenziose, per come ha saputo tenere la scena. Ma, nel complesso, i due contendenti non mi sono parsi all'altezza del ruolo mondiale del loro Paese.

22 settembre

Dichiarazione di Paolo Scaroni, vicepresidente di Rothschild & Co. Italia: «Attenzione, perchè dei 207 miliardi del Recovery Fond solo 30 sono a fondo perduto, gli altri vanno tutti a debito». Per avere questi 177 miliardi a debito, quindi, dobbiamo sottoporre piani a Bruxelles. In pratica, non siamo più liberi nemmeno di indebitarci: dobbiamo seguire i criteri dell'Ue che, a trazione tedesca, ci ordinerà di investire i nostri soldi laddove farà comodo a Berlino e, in parte, a Parigi.

Se questa non è piena soggezione all'Ue, di che cosa stiamo discutendo?


15 settembre
Nella loro distorta visione geopolitica, prima l'allora Unione Sovietica e poi gli Stati Uniti hanno provocato al popolo afgano 40 anni di sofferenze. Ora si tratta per la pace. Le responsabilità storiche sono state accantonate ma quelle sociali sussistono ancora. Pagherà qualcuno?

8 settembre
Preoccupazioni dei potenti per un possibile conflitto tra Turchia e Grecia nell'Egeo.
La finanza internazionale ha colto al volo l'occasione e sta speculando al ribasso sulla Lira turca, al punto che i tassi overnight per chi vuole comprare lire turche e venderle al ribasso hanno raggiunto livelli astronomici. Questo significa strozzare l'economia di Ankara.
La finanza uccide più della spada

1 settembre
Da come le grandi televisioni internazionali (RT esclusa) hanno accolto l'endorsement di Michelle Obama per Biden, si direbbe che il fronte anti Trump è vasto e compatto.
Spero non vadano incontro a delusioni come già avvenuto tempo fa, per Trump e la Brexit.

25 agosto
Sto seguendo la campagna per le Presidenziali americane sui grandi Networks. A mio giudizio, le due fazioni non affrontano i problemi veri del paese: il traballante ruolo del dollaro, le forti spese militari, la concentrazione della ricchezza, la crescente insofferenza dei neri e di altre minoranze, il ruolo degli Stati Uniti nei punti caldi del mondo. Due bande che considerano gli elettori dei poveri di spirito incapaci di valutare la realtà. Peccato.

18 agosto
Lacrime di coccodrillo. Questo, a mio parere, il giudizio da attribuire al discorso di Mario Draghi a Rimini sui giovani.
Chi ha eliminato il servizio militare che ha privato i giovani di una base morale e di un'educazione civica? Chi ha svenduto le aziende di Stato che avevano scuole interne di formazione? Chi ha peggiorato il mercato del lavoro e creato il precariato all'insegna del rispetto della competitività? Chi ha spinto per la globalizzazione e la delocalizzazione? Chi ha tagliato i fondi all'istruzione? La sua generazione, la sua stessa classe dirigente, i suoi sodali in affari. E adesso viene a proporre programmi di emancipazione dei giovani. Lacrime di coccodrillo, appunto

11 agosto
Intimorite dall'idea di parlare di lotta di classe (un crimine terribile nella loro visione) le sinistre di tutto il mondo prendono più volentieri le difese della natura contro gli inquinatori che quelle degli operai contro i padroni mentre le destre esibiscono meglio il loro falso populismo e i soliti valori "Dio, patria e famiglia". Ecco perché, nonostante i sondaggi negativi, penso che Donald Trump finirà per vincere le elezioni.Temo di non sbagliarmi.

4 agosto
L'oro è ormai a un passo da quota 2.000 dollari. Vale il discorso di qualche giorno fa anche se adesso penso che chi compra a questi prezzi teme più che altro un'ondata inflattiva, perché gli Stati non potranno permettersi recessioni prolungate, crisi, disoccupazione elevata, tumulti.
Inflazione significa fine dell'austerity: non tutti i mali vengono per nuocere.

28 luglio
Il prezzo dell'oro si sta avvicinando ai 1.900 dollari l'oncia. Considerando che il costo industriale di un'oncia è mediamente di 1.000 dollari, si deduce che gli investitori sono disposti a pagare 900 dollari di premio per acquistare il bene rifugio per eccellenza. O siamo di fronte ad un'enorme bolla che prima o poi esploderà oppure si teme un'ondata inflattiva, unica soluzione al mare di debiti che ci assedia.
In ogni caso, stattev'accuorte.


21 luglio
Il Fondo Monetario Internazionale dice che rinunciare alla propria sovranità monetaria, fissare il proprio tasso di cambio e rinunciare a controllare i movimenti di capitale - cioè esattamente quello che abbiamo fatto aderendo all’euro - è la cosa peggiore che un Paese possa fare. Si sono svegliati persino loro.
In Europa sono rimasti solo gli abbelinati a credere ancora nel dogma euro.


14 luglio
Sul tavolo del Governo ci sono due dossier importanti, Mes e autostrade. Il M5S non ha la forza per aggiudicarseli entrambi. Se il Governo ritira la concessione ai Benetton accetterà il Mes e viceversa. Se cede su tutto, invece, prepariamoci ad andare a votare con la prospettiva di un Movimento spaccato e la destra in trionfo.

7 luglio
Il Mes è subordinato alle riforme che le richieste dell’Unione concentrano in una serie di tagli alla sanità, alla previdenza, all'istruzione, al welfare; in senso lato, ai costi per il lavoro. Se vi va bene in un momento come questo in cui molti Stati ricorrono a politiche Keynesiane, accomodatevi. Oppure provate a ragionare: perché  Frau Merkel ci ricatta con il suo “niente soldi se dite no al Mes”? Lo fa perché vuole fare del bene al nostro sistema sanitario? Non vi sorge il dubbio che il Mes sia prodromico alla messa? Poi non vi lamentate se la destra va al potere. Magari è quello che desiderate.

29 giugno 
Secondo le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, il Covid-19 ha generato un crollo dell'economia superiore a quello del 1929. Da quella crisi si uscì grazie alle ricette keynesiane: monetizzazione del debito, rilancio degli investimenti pubblici, sostegno al lavoro e bilanciamento della ricchezza privata. Tutto quello che i sostenitori del neoliberismo e dell'euro non vogliono.
Per i neoliberisti alla von Eyeck, lo Stato deve occuparsi soltanto di politica estera, difesa e ordine pubblico, a tutto il resto - economia, educazione, previdenza, sanità - pensa la mano provvida del mercato che troverà le soluzioni migliori per tutti. Salvo poi chiedere l’intervento dello Stato per salvare chi ha sbagliato quando le ipertrofie egoistiche del mercato provocano le crisi.

Un “si arrangino” mi pare proprio adeguato.

22 giugno
La crisi del 1929, nata in un contesto di capitalismo selvaggio, spazza via le resistenze delle élites Usa all'intervento dello Stato nella vita economica, con redistribuzione della ricchezza, creazione monetaria, stimolo della domanda (Serge Halimi, Il grande balzo all'indietro).
Sarà il Covid l'elemento scatenante di un grande balzo in avanti della società occidentale con il ricorso alle stesse pratiche del passato?

15 giugno
fondi del Next Generation, da 20 a 25 miliardi secondo le varie stime, arriveranno l'anno prossimo e saranno ripartiti in 4 anni. In compenso, mi dicono, nel decreto legge di maggio è previsto subito l'esborso di 9 miliardi da conferire all'Unione Europea per il lancio dei prestiti Bei, Sure e altre amenità. Insomma, quando c'è da prendere le casse dell'Ue sono aperte, ma restano sempre poco disponibili in senso contrario.

8 giugno
Il bazooka della Bce (il Pepp, Pandemic Emergency Purchase Programme, o fondi per il Covid) entra in rotta di collisione con la Corte Federale Tedesca proprio mentre questa ha dato a Francoforte tre mesi di tempo per verificare che non siano danneggiati gli interessi tedeschi.
Non solo il Pepp, infatti, viene rinforzato rispetto a quanto annunciato a marzo ma, soprattutto, non rispetta e non rispetterà nell'acquisto di titoli il criterio di capital key (o di proporzionalità) favorendo l'Italia e altri paesi in crisi a scapito degli interessi dei paesi frugali. La morale di questa contraddizione la lascio trarre a chi legge. Io un'idea me la sono fatta.

1 giugno
Su Repubblica del 28 maggio, Roberto Perotti (Bocconi) segnala l’esistenza di un errore fattuale nel piano Next Generation: l’Italia non riceverà 82 miliardi a fondo perduto, bensì al massimo 20. La differenza (circa 60 miliardi) verrà pagata da noi sotto forma di aumento delle imposte dirette e indirette e con l'accettazione di politiche restrittive e riforme. Altro particolare: si parla di 20 miliardi in 4 anni a partire dal 2021, ma i soldi servono oggi, anzi, ieri.
Certo, meglio di una sberla ma la morale è la stessa: don't skin the bear...

26 maggio
A proposito di Fca, Atlantia et similia. Il neoliberismo predica la minor presenza possibile dello Stato nell'economia, nella scuola, nella sanità, nelle infrastrutture, nei trasporti: a loro provvede la mano invisibile del mercato, che trova sempre le soluzioni migliori e più efficienti. In teoria. Quando poi il mercato va a mignotte oppure arriva un evento particolare come quello attuale lo Stato deve intervenire per sanare i guasti. Privatizzare i profitti e socializzare le perdite. Sempre la stessa musica.

19 maggio
Il Mes regala soldi allo 0,1 per cento pronta cassa, senza condizioni, ma sino ad oggi (e Dio solo sa di quanti soldi ci sarebbe bisogno) nell'Ue nessuno ne ha fatto richiesta, come ha confermato il presidente di Eurogruppo Mario Centeno. Non lo ha fatto la Grecia e nemmeno la Spagna, il Portogallo e la Francia. Ci sarà un motivo.
Noi non lo abbiamo richiesto perché, si dice, potrebbe cadere il governo; il presidente Conte ha dichiarato che lo chiederemo solo se lo chiederà la Francia. Ma gli altri? Tutti abbelinati, sovranisti, populisti, nazionalisti, criptofascisti? 
Credo, spero che l'argomento Mes esca di scena in punta di piedi. Non vorrei occuparmene più.

12 maggio
Se pensate che con i 36 miliardi del Mes l'Italia potrà far fronte alle sue attuali esigenze (pagare i sussidi di disoccupazione, dare contributi straordinari a chi ha perso lavoro, sistemare il territorio e rilanciare l'economia), siete fuori strada: i soldi vanno esclusivamente a coprire le spese sostenute per la pandemia, e basta.
Nell'Early Warning System del sito del Mes si legge che gli ispettori potranno 'drill into the official figures' con modalità insolite per controllare che nessuno esca dal seminato.
Ca nisciun'è fesse...

5 maggio
Dalla Germania: il meccanismo dell'idea tedesca di patrimoniale da applicare all'Italia è semplice. La ricchezza privata del nostro paese, sommando conti correnti, risparmi e immobili, equivale all'incirca a 9.900 miliardi di euro. In pratica è più del triplo rispetto al debito pubblico. Una patrimoniale del 14% su tale cifra riuscirebbe a ridurre il nostro debito pubblico ben al di sotto dell'attuale 137% del Pil. Scenderebbe infatti fino al 60%, che poi è esattamente la quota virtuosa della Germania in linea con le direttive di Maastricht.
Questo ha in mente Berlino quando dice che gli italiani devono farcela da soli. Un simile esborso stroncherebbe non solo il risparmio nazionale ma farebbe crollare il prezzo degli immobili (a vantaggio dei soliti noti) e congelerebbe l'economia creando milioni di disoccupati. Soluzione alternativa? Uscita dell'Italia dall'euro e inflazione.
Come avvenne nell'ultimo dopoguerra.

28 aprile
Wolfgang Muenchau - editorialista del Financial Times, blogger di Eurointelligence, consigliere di Angela Merkel - ha scritto che la situazione dell'Italia è molto grave e ha dipinto tre possibili scenari: l'Italia chiede aiuto al Mes (vedi Troika) per evitare il default; le banche italiane saltano, l'Italia chiede il default e la ristrutturazione del debito, con tutte le amenità del caso; l'Italia esce dall'euro. Lo ha scritto lui sul Financial Times. È credibile?

21 aprile
Il Mes è stato progettato per venire in soccorso a quei paesi dell'area euro che non riescono più ad avere accesso ai mercati finanziari per le loro esigenze di cassa. Capitò alla Grecia nel 2015, e sappiamo come è andata a finire. Adesso torna di moda. Conte e Gualtieri dicono che l'Italia non vi farà mai ricorso, speriamo, e in effetti le aste dei Btp del Tesoro non vanno deserte; ma allora, perché questa precisazione?
Forse Conte sa qualcosa che noi ignoriamo? Magari l'arrivo di una grossa manovra speculativa contro di noi? Oppure più semplicemente per ribattere alle accuse dell'opposizione?

14 aprile
Il presidente del Bundestag tedesco, Wolfgang Schäuble, ribadisce che per la Germania la strada degli Eurobond non è percorribile, anche per motivi giuridici: «Abbiamo una corte costituzionale che ha detto in modo molto chiaro cosa è possibile nella nostra costituzione e cosa no».
Secondo l'art. 47 della Costituzione Italiana, "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito". Perché non abbiamo salvato le nostre banche in omaggio al bail-in? Siamo andati contro la nostra Costituzione.
Due pesi e due misure.

7 aprile
In Italia esiste un risparmio privato di 4.000 miliardi di euro a fronte di un debito pubblico di 2.400. Se vogliono restare nell'euro gli italiani devono ricomprarsi buona parte del loro debito attraverso una patrimoniale o ricorrendo a prelievi forzosi; pensare di scaricarlo sugli altri Stati dell'Unione è incredibile. A beneficio di chi non lo avesse ancora capito, il ragionamento di Bruxelles si basa sul principio "Ccà nisciuno è fesso!".
Il dilemma è tutto qui.

31 marzo
Allora, arriva Draghi? E se arriverà, si comporterà come il buon Dr. Jekyll, sarà l'ex allievo prediletto dell'economista keynesiano Federico Caffè, nonché autore di una tesi di laurea contro la moneta unica, oppure agirà come il malevolo Mr. Hyde, sarà l'uomo del Britannia, il banchiere d'affari di Goldman Sachs, il vile affarista di cossighiana memoria? Zwei Seelen in einem Brust, dicono i tedeschi, due anime in un petto. Sì, ma quale prevarrà?

24 marzo
Esiste una fondamentale differenza tra i fondi previsti da Mes e Bce per l'Unione e quelli dell'Helicopter Money di Stati Uniti, Inghilterra e Cina (Hong Kong): i primi sono a debito, con interesse, e gravano sui bilanci futuri degli Stati che li ricevono mentre i secondi sono esenti da interessi, li creano ad libitum le loro banche centrali.
Anche il mio ex collega Massimo Giannini, 
come altri 67 economisti italiani, si esprime in favore degli Helicopter Money. Ci voleva un flagello di Dio per liberarci la mente da questa nebbia neoliberista?Non tutto il male viene per nuocere.

17 marzo
Credo che il modello di sviluppo economico e sociale che la civiltà occidentale ha scelto stia dimostrando i suoi limiti: basta un virus per scuoterne le fondamenta.
Non so come andrà a finire questa storia, ma spero che a giochi finiti si pensi a come modificare la situazione con nuove prospettive. Auguri a tutti.

10 marzo
Delle due l'una: il Covid è uno scherzo da prete della natura, nato da un incrocio casuale tra pipistrello, serpente, pesce e quant'altro al mercato di Wuhan e poi diffuso in tutto il mondo, oppure siamo di fronte ad un prodotto dell'uomo.
In questo caso le congetture dei 'gomplottisti' si sprecano: sfuggito dai laboratori per caso, primo atto della guerra 'liquida' tra Stati Uniti e Cina, parte del complotto dell'elite mondiale per alleggerire il mondo sovraffollato di un paio di miliardi di individui, mandato dai rettiliani per preparare il loro esordio ufficiale, arrivato dallo spazio... La fantasia non ha limiti.
I contagi, per ora, nemmeno.

3 marzo
Dopo la settimana di passione ora la parola d'ordine a Wall Street è "buy the dip", compra il minimo. Più facile a dirsi che a farsi, perché sui mercati non esiste un omino che agita la bandiera quando le azioni hanno toccato il livello più basso, o più alto. Così gli osservatori si adeguano e ora dicono: "buy the dip when the Fed gets in". In sostanza si attende che sia la Fed a mandare un segnale attraverso un annuncio su Qe, Repo e tassi per riprendere gli acquisti. Ma la Fed è sensibile ai richiami del potere politico e la Casa Bianca non vuole il crack nell'anno della rielezione.Staremo a vedere.

25 febbraio
Non grido al complotto, però basta digitare sui motori di ricerca Coronavirus, Wuhan, Oms, Francia, Bill Gates per far nascere qualche sospetto.
Gates da anni finanzia investimenti per creare vaccini contro il Coronavirus, atto meritorio.
Ma sa qualcosa che forse noi non sappiamo?

18 febbraio
Se si va alla crisi di governo si potrebbe anche tornare alle urne, proprio quello che vogliono Salvini & Co. Renzi, della cui astuzia politica non dubito, li ha fatti i conti? Hannibal ad portas.

11 febbraio
A giudicare da come i mercati trattano i titoli petroliferi (azioni, derivati, etf, etn, etc ed altri), la crisi geopolitica degli Stati del Golfo sembra attutirsi e si allontana il rischio che sfoci in guerra aperta.
Meglio così.

4 febbraio
Prima di affrontare il problema dei rigurgiti nazisti con argomentazioni da bar, consiglio la lettura di un breve saggio del sociologo francese Maurice Duverger: Introduzione alla politica. Nel testo vengono tratteggiati i profili psicologici, sociologici ed economici degli elettori di destra e di quelli di sinistra. Soprattutto si precisano le condizioni storiche che danno origine a tutti gli 'ismi' del diciannovesimo e ventesimo secolo. Leggetelo, poi ne riparliamo.

Osservatore dei casi della vita, della finanza internazionale, di storie economiche e di varia umanità. Oggi in pensione, è stato giornalista de L'Espresso e inviato per la Repubblica.